Clark Pinnock (1937-2010): convergenze unitariane universaliste di un teologo evangelico
Introduzione
Clark H. Pinnock (1937-2010) rappresenta una delle figure più controverse e innovative della teologia evangelica contemporanea. Teologo canadese di formazione battista, Pinnock ha attraversato un significativo percorso di evoluzione teologica che lo ha condotto da posizioni fondamentaliste iniziali verso una riflessione più aperta e inclusiva. Due aspetti particolarmente rilevanti del suo pensiero maturo riguardano la sua concezione della trinità, caratterizzata da un approccio funzionale e narrativo piuttosto che strettamente ontologico, e la sua progressiva adesione a forme di universalismo cristiano.
Il percorso teologico di Pinnock
La traiettoria intellettuale di Pinnock si caratterizza per una costante ricerca di equilibrio tra fedeltà alle scritture e apertura al dialogo con la cultura contemporanea. Formatosi inizialmente nella tradizione riformata di Westminster, Pinnock ha gradualmente sviluppato posizioni che lo hanno portato ad abbracciare la teologia arminiana e, successivamente, forme di teismo aperto. Questa evoluzione riflette una tensione costante nel suo pensiero tra l'autorità biblica e l'esperienza umana, tra ortodossia e innovazione teologica.
Il contesto nordamericano in cui Pinnock ha operato ha profondamente influenzato la sua riflessione. L'evangelicalismo canadese e statunitense del XX secolo si confrontava con sfide epistemologiche, culturali e interreligiose che richiedevano risposte teologiche nuove. Pinnock ha cercato di rispondere a queste sfide mantenendo un ancoraggio evangelico pur aprendo spazi per una maggiore inclusività teologica.
Linguaggio trinitario funzionale e narrativo
Una delle caratteristiche più distintive della teologia di Pinnock riguarda il suo approccio alla dottrina trinitaria. Distanziandosi dalle formulazioni ontologiche classiche, Pinnock privilegia un linguaggio trinitario di tipo funzionale e narrativo che trova le sue radici nell'economia della salvezza piuttosto che nelle speculazioni metafisiche sulla natura divina.
Critica dell'ontologia trinitaria classica
Pinnock manifesta scetticismo verso le formulazioni trinitarie tradizionali elaborate nei primi secoli cristiani, particolarmente quelle del concilio di Nicea e di Costantinopoli. La sua critica si concentra su diversi aspetti. In primo luogo, Pinnock considera il linguaggio ontologico classico come eccessivamente influenzato dalla filosofia greca, in particolare dal platonismo e dall'aristotelismo, che avrebbe distorto la comprensione biblica di Dio. Le categorie di "sostanza", "persona" e "relazione" utilizzate nella formulazione tradizionale della trinità sarebbero estranee al pensiero biblico e avrebbero creato paradossi logici difficilmente risolvibili.
In secondo luogo, Pinnock ritiene che l'enfasi sull'unità ontologica delle tre persone divine abbia oscurato la dinamica relazionale e storica che caratterizza la rivelazione di Dio nella scrittura. La trinità economica, ossia il modo in cui Dio si manifesta nella storia della salvezza, dovrebbe avere la priorità rispetto a speculazioni sulla trinità immanente.
Un approccio narrativo alla trinità: parallelismi con l'arianesimo moderno
L'alternativa proposta da Pinnock consiste in un approccio narrativo che privilegia la dimensione storico-salvifica della rivelazione trinitaria. Secondo questa prospettiva, Padre, Figlio e Spirito Santo devono essere compresi primariamente attraverso i loro ruoli e funzioni nella storia della salvezza piuttosto che attraverso definizioni ontologiche astratte.
Il Padre emerge dalla narrazione biblica come colui che invia e che ama, origine dell'iniziativa salvifica - una posizione che mantiene la supremazia del Padre in modo simile all'unitarianismo classico. Il Figlio si manifesta come il rivelatore del Padre e il mediatore della riconciliazione, ma la sua divinità è compresa in termini funzionali piuttosto che ontologici, avvicinandosi alle posizioni ariane che vedevano Cristo come divino per funzione ma subordinato per natura. Lo Spirito Santo appare come la presenza attiva di Dio nella storia e nella vita dei credenti, ma la sua personalità e divinità sono definite in termini di operatività piuttosto che di sostanza.
Questa prospettiva funzionale, pur non negando esplicitamente la divinità delle tre persone, la svuota di fatto del suo contenuto ontologico tradizionale, creando un sistema teologico che assomiglia più a una forma sofisticata di modalismo o subordinazionismo che alla trinità ortodossa. Come nell'unitarianismo storico, l'accento è posto sulla monarchia del Padre e sulla funzione mediatrice di Cristo, con lo Spirito relegato a un ruolo di presenza divina attiva ma non personalmente distinta in senso ontologico.
Implicazioni teologiche e convergenze unitariane
L'approccio funzionale di Pinnock ha diverse implicazioni teologiche che lo avvicinano significativamente alle posizioni unitariane classiche. Da un lato, permette di evitare alcuni dei paradossi logici della dottrina trinitaria classica, seguendo la stessa logica che portò i riformatori radicali del XVI secolo a sviluppare alternative alla formulazione nicena. Dall'altro, apre spazi per una comprensione monarchiana di Dio che privilegia l'unità divina mantenendo le distinzioni funzionali delle persone divine.
L'elemento più significativo delle posizioni di Pinnock è che il suo "trinitarianismo" funzionale mantiene il linguaggio tradizionale mentre ne trasforma sostanzialmente il contenuto. Come osservarono i teologi unitariani nella loro critica della dottrina ortodossa, quando le persone divine si distinguono primariamente per le loro funzioni nella storia della salvezza, emergono naturalmente questioni sulla loro reale distinzione personale. Pinnock sviluppa così un quadro teologico che assomiglia al modalismo dinamico: Padre, Figlio e Spirito Santo rappresentano tre modalità relazionali in cui l'unico Dio si manifesta nella storia della salvezza.
L'enfasi di Pinnock sulla subordinazione funzionale del Figlio e dello Spirito al Padre riecheggia l'arianesimo del IV secolo e l'unitarianismo sociniano del XVI-XVII secolo, offrendo una soluzione elegante ai problemi logici della dottrina tradizionale. Quando Pinnock afferma che Cristo è divino in quanto partecipa alla natura del Padre piuttosto che essere consustanziale con lui, sviluppa una cristologia che mantiene l'adorazione di Cristo pur riconoscendo la sua dipendenza ontologica dal Padre.
Questo approccio preserva la centralità soteriologica di Cristo mentre semplifica la comprensione della natura divina, obiettivo che accomuna Pinnock ai teologi unitariani di tutti i secoli che cercavano di rendere più accessibile e razionale la fede cristiana.
L'universalismo di Pinnock
Parallelamente alla sua riflessione trinitaria, Pinnock ha sviluppato posizioni universaliste che lo hanno ulteriormente distanziato dall'evangelicalismo tradizionale. Il suo universalismo si caratterizza per una combinazione di speranza escatologica e inclusivismo teologico.
Evoluzione verso l'universalismo: continuità con la tradizione unitariana
Il percorso di Pinnock verso posizioni universaliste è stato graduale e non privo di tensioni, ma presenta notevoli continuità con la tradizione universalista che storicamente si è sviluppata in stretta connessione con l'unitarianismo. Inizialmente fedele alla dottrina tradizionale dell'inferno eterno, Pinnock ha progressivamente sviluppato dubbi sulla compatibilità tra l'amore di Dio e la dannazione eterna, seguendo un percorso intellettuale simile a quello dei grandi universalisti come Origene, Hosea Ballou e più tardi John Murray.
Questa evoluzione è stata influenzata dagli stessi fattori che portarono i teologi unitariani-universalisti del XVIII e XIX secolo a rigettare la dottrina dell'inferno: l'incontro con altre tradizioni religiose, la riflessione sulla giustizia divina e l'approfondimento dell'amore di Dio. Come Ballou nel suo A Treatise on Atonement (1805), Pinnock ha identificato nell'amore di Dio il principio ermeneutico fondamentale per interpretare i testi biblici relativi al giudizio e alla salvezza.
Secondo Pinnock se Dio è veramente amore (come affermano sia unitariani che universalisti), allora l'amore divino manifestato supremamente nella croce di Cristo non può essere riconciliato con l'idea di una dannazione eterna senza possibilità di redenzione. Questa è precisamente la posizione che gli universalisti cristiani hanno sostenuto per secoli.
L'universalismo speranzoso e la tradizione universalista cristiana
La posizione universalista di Pinnock può essere definita come "universalismo speranzoso" piuttosto che come universalismo dogmatico, una distinzione che riflette i dibattiti interni alla tradizione universalista cristiana. Come gli universalisti moderati del XIX secolo, Pinnock non afferma con certezza assoluta che tutti saranno salvati, ma esprime la speranza e l'aspettativa che l'amore di Dio trovi un modo per raggiungere ogni essere umano, eventualmente anche oltre la morte.
Questa speranza si basa su elementi teologici che echeggiano i classici argomenti universalisti. In primo luogo, la natura dell'amore divino che, secondo la tradizione che va da Origene a Karl Barth, non può accettare la perdizione definitiva di alcuna delle sue creature. In secondo luogo, la portata universale dell'opera di Cristo, che ha riconciliato il mondo intero con Dio - un tema centrale nell'universalismo patristico e in quello moderno. In terzo luogo, la potenza dello Spirito Santo, che può operare anche oltre i confini visibili della chiesa, un concetto che riprende l'idea universalista dello spirito divino che opera in tutta l'umanità.
Particolarmente significativa è la convergenza con il concetto universalista della "restaurazione finale" (apokatastasis), sviluppato da Origene e ripreso da teologi come Gregorio di Nissa. Come questi autori antichi, Pinnock mantiene la realtà del giudizio divino ma lo interpreta in termini correttivi e restaurativi piuttosto che punitivi ed eterni. Il fuoco del giudizio divino è visto come purificatore piuttosto che distruttivo, un tema che attraversa tutta la tradizione universalista cristiana.
La posizione di Pinnock si distingue dall'universalismo unitariano classico per il mantenimento formale della centralità cristologica, ma condivide con esso l'ottimismo soteriologico e la fiducia nella vittoria finale dell'amore divino su ogni forma di male e separazione.
Inclusivismo e pluralismo religioso: l'eredità universalista
L'universalismo di Pinnock si accompagna a posizioni inclusiviste nei confronti delle altre religioni che mostrano profonde affinità con l'evoluzione storica dell'unitarianismo-universalismo verso il pluralismo religioso. Pur mantenendo formalmente la centralità di Cristo per la salvezza, Pinnock riconosce la possibilità che lo Spirito di Dio operi anche attraverso altre tradizioni religiose, preparando gli individui all'incontro con Cristo.
Questa posizione, definita "inclusivismo cristocentrico", riprende e sviluppa temi già presenti negli universalisti cristiani del XVIII secolo, come John Murray che nel suo The universalism of the benevolence argomentava che l'amore di Dio non poteva essere limitato ai confini del cristianesimo storico. La distinzione di Pinnock tra l'opera ontologica di Cristo (universalmente necessaria per la salvezza) e la conoscenza epistemologica di Cristo (non necessariamente richiesta per beneficiare della sua opera) riecheggia le posizioni dei teologi universalisti che cercavano di mantenere la particolarità cristiana pur aprendo spazi per una salvezza più ampia.
Come gli unitariani-universalisti del XIX secolo che svilupparono teologie del pluralismo religioso, Pinnock vede nelle altre religioni non solo errori da correggere, ma anche verità parziali e preparazioni evangeliche che possono condurre alla salvezza in Cristo.
Il percorso di Pinnock mostra come un evangelico possa giungere, attraverso la logica interna della fede cristiana nell'amore universale di Dio, a posizioni che storicamente sono state sviluppate dalle tradizioni unitariane e universaliste. La sua teologia rappresenta una convergenza significativa tra evangelicalismo e universalismo, mediata da una cristologia funzionale che, pur mantenendo il linguaggio ortodosso, ne modifica sostanzialmente il contenuto in direzione inclusivista.
Eredità e influenza: un ponte tra tradizioni teologiche
Nonostante le controversie, l'influenza di Pinnock sulla teologia evangelica contemporanea è stata significativa e duratura. I suoi contributi hanno aperto spazi per discussioni più ampie sull'inclusività, il pluralismo religioso e la natura dell'amore divino all'interno dell'evangelicalismo, creando connessioni inaspettate con tradizioni teologiche storicamente considerate alternative.
La sua opera ha influenzato diversi teologi evangelici che hanno sviluppato posizioni simili, contribuendo all'emergere di correnti più aperte e inclusive nell'evangelicalismo nordamericano. Teologi come Gregory Boyd, John Sanders e altri esponenti del teismo aperto hanno trovato in Pinnock un precursore e un alleato nella riconfigurazione della teologia evangelica tradizionale.
Particolarmente significativo è il modo in cui Pinnock ha dimostrato la possibilità di mantenere un'identità evangelica pur sviluppando posizioni teologiche che convergono con tradizioni unitariane e universaliste. Il suo percorso ha mostrato come certe intuizioni evangeliche fondamentali - l'amore di Dio, la centralità di Cristo, l'autorità della scrittura - possano condurre a conclusioni teologiche che oltrepassano i confini denominazionali tradizionali.
La ricezione del suo lavoro ha anche evidenziato la permeabilità crescente dei confini teologici nell'era post-denominazionale. Teologi provenienti da tradizioni unitarie e universaliste hanno riconosciuto in Pinnock un interlocutore significativo, mentre alcuni evangelici hanno trovato nelle sue posizioni risposte a questioni che la teologia tradizionale affrontava con difficoltà.
Il suo contributo principale consiste nell'aver dimostrato che l'evangelicalismo può evolvere e adattarsi alle sfide contemporanee senza perdere necessariamente la sua identità fondamentale. Attraverso il suo percorso intellettuale, Pinnock ha tracciato possibili vie per un cristianesimo più inclusivo e universale che mantiene la centralità di Cristo pur riconoscendo l'operatività dell'amore divino oltre i confini ecclesiali tradizionali.
Nonostante le controversie, l'influenza di Pinnock sulla teologia evangelica contemporanea è stata significativa. I suoi contributi hanno aperto spazi per discussioni più ampie sull'inclusività, il pluralismo religioso e la natura dell'amore divino all'interno dell'evangelicalismo.
La sua opera ha influenzato diversi teologi evangelici che hanno sviluppato posizioni simili, contribuendo all'emergere di correnti più aperte e inclusive nell'evangelicalismo nordamericano. Allo stesso tempo, le reazioni alle sue posizioni hanno stimolato un approfondimento delle posizioni tradizionali e un dibattito più articolato sui temi dell'esclusività cristiana e della dottrina trinitaria.
Conclusioni: Pinnock e la sintesi evangelico-universalista
Clark Pinnock rappresenta una figura emblematica dell'evoluzione della teologia evangelica contemporanea e un esempio illuminante di come le logiche interne della fede cristiana possano condurre verso sintesi teologiche innovative che attraversano i confini denominazionali tradizionali.
La sua riflessione trinitaria funzionale e il suo universalismo speranzoso dimostrano la possibilità di riformulare l'ortodossia cristiana mantenendo la fedeltà biblica mentre si sviluppano approcci teologici più inclusivi e universali. Il percorso intellettuale di Pinnock rivela come la priorità data all'amore di Dio come principio ermeneutico, combinata con un approccio narrativo alla rivelazione, possa naturalmente condurre verso posizioni che storicamente sono state sviluppate dalle tradizioni unitariane e universaliste.
L'analisi del suo pensiero mostra convergenze strutturali significative con l'unitarianismo e l'universalismo cristiano. La critica al linguaggio ontologico trinitario tradizionale e la preferenza per un approccio funzionale condividono con l'unitarianismo la stessa sensibilità verso l'unità e la semplicità divine. Similmente, l'universalismo di Pinnock deriva dalla stessa intuizione teologica fondamentale dei grandi universalisti: l'incompatibilità tra l'amore infinito di Dio e l'esistenza di una dannazione eterna.
Queste convergenze non sono accidentali ma riflettono logiche teologiche profonde che collegano tradizioni apparentemente diverse. Il privilegiamento dell'esperienza religiosa sulla speculazione metafisica, la preferenza per un linguaggio biblico diretto rispetto alle formulazioni conciliari e l'enfasi sull'amore universale di Dio rappresentano fili conduttori che attraversano secoli di pensiero cristiano.
Il caso di Pinnock dimostra la permeabilità dei confini denominazionali quando si tratta di questioni teologiche fondamentali. Un teologo formatosi nell'evangelicalismo più conservatore può giungere, attraverso un percorso di ricerca intellettualmente onesto e biblicamente fondato, a posizioni che lo avvicinano significativamente alle tradizioni unitariane e universaliste.
La sua eredità consiste nell'aver dimostrato che queste convergenze possono essere fruttuose e arricchenti per la comprensione cristiana. Pinnock ha mostrato come un evangelicalismo maturo possa dialogare costruttivamente con tradizioni teologiche diverse, trovando punti di contatto e sviluppando sintesi innovative.
In ultima analisi, Pinnock rappresenta un ponte naturale tra evangelicalismo e unitarianismo-universalismo, dimostrando che certe premesse teologiche comuni possono condurre a conclusioni simili nonostante contesti denominazionali molto diversi. La sua figura illumina le possibilità di un cristianesimo che mantiene la centralità di Cristo e l'autorità biblica mentre abbraccia una visione più inclusiva e universale del piano salvifico di Dio.
Il suo contributo più duraturo consiste nell'aver aperto spazi per un evangelicalismo più ampio e inclusivo, capace di dialogare con la modernità senza perdere la sua identità fondamentale, e nell'aver dimostrato che l'amore di Dio può essere il principio unificante che collega tradizioni cristiane apparentemente divergenti in una visione più completa e universale della salvezza.
Bibliografia
Opere principali di Clark Pinnock
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