Commentario biblico unitariano - Marco 2,7

«Perché costui parla in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non uno solo, cioè Dio?» - Marco 2,7

Questo episodio, riportato nel Vangelo di Marco, riflette la reazione dei farisei di fronte alla dichiarazione di Gesù di perdonare i peccati di un paralitico. La loro accusa di blasfemia nasceva dalla convinzione che solo Dio avesse il potere di perdonare i peccati. Tuttavia, questa idea non trova un fondamento esplicito nelle Scritture, ma era radicata nella tradizione religiosa farisaica.

Il verbo greco blasphēmeō (βλασφημέω), tradotto come "bestemmia", in origine non si riferiva esclusivamente al peccato contro Dio. Nel contesto greco, poteva indicare qualsiasi forma di mancanza di rispetto o danneggiamento della reputazione, sia verso una persona che verso una divinità. Nel caso specifico, i farisei considerarono un'offesa alla reputazione di Dio il fatto che Gesù si attribuisse il potere di perdonare i peccati. Tuttavia, la Bibbia non afferma mai che solo Dio possa perdonare i peccati. Al contrario, Dio ha il potere di delegare questa autorità a chi Egli sceglie, come fece con Gesù e, successivamente, con gli apostoli. In Giovanni 20:23, Gesù dice loro: «Se perdonate i peccati a qualcuno, gli sono perdonati; se li ritenete, sono ritenuti». Se i farisei avessero ragione nel sostenere che solo Dio può perdonare i peccati, allora dovremmo concludere che Gesù e gli apostoli fossero anch'essi Dio, il che è chiaramente assurdo.

I farisei erano abituati ai profeti che parlavano in nome di Dio, ma non a perdonare i peccati. Tuttavia, anche nell'Antico Testamento, ci sono esempi in cui i rappresentanti di Dio agivano con la Sua autorità. Nathan, ad esempio, disse a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato» (2 Samuele 12:13), avvicinandosi molto a una dichiarazione di perdono. Gesù, agendo su rivelazione divina, esercitò questa autorità come Figlio dell'Uomo, dimostrando che Dio gli aveva concesso il potere di giudicare e perdonare (Giovanni 5:22, 27).

Il perdono dei peccati è essenziale per una vita serena. Gesù, consapevole di questo, perdonò i peccati del paralitico, aprendo la strada alla sua guarigione. Oggi, i credenti hanno il privilegio di sapere che i loro peccati sono perdonati attraverso la confessione e la fede in Cristo (1 Giovanni 1:9). L'autorità di perdonare i peccati non è una prova della divinità di chi la esercita, ma un segno della delega divina. Gesù non intendeva dimostrare di essere Dio con questa azione, ma di agire come rappresentante autorizzato da Dio. Allo stesso modo, gli apostoli ricevettero questa autorità, senza che ciò implicasse la loro divinità. L'autorità di perdonare i peccati, quindi, è un dono di Dio, esercitato da coloro che Egli sceglie, per il bene dell'umanità e la gloria del Suo nome.

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