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Le radici dell’Unitarianesimo risalgono alla Riforma del XVI secolo, in particolare alle comunità radicali che in Transilvania e in Polonia predicarono l'unità assoluta di Dio, rifiutando la dottrina della Trinità. Figure come Ferenc Dávid in Transilvania e i fratelli polacchi dell 'Ecclesia Minor svilupparono un cristianesimo biblico e razionale, centrato sulla libertà di coscienza e sulla tolleranza religiosa. L’Universalismo, invece, affonda le sue radici nella convinzione che tutte le anime siano destinate alla salvezza, superando la visione di una condanna eterna. Già alcuni Padri della Chiesa, come Origene di Alessandria, Gregorio di Nissa e Didimo il Cieco, sostennero la dottrina dell’apocatastasi, ossia la restaurazione finale di tutte le creature in Dio. Questa corrente riaffiorò in età moderna, soprattutto tra quei predicatori protestanti che videro nell’amore divino un principio incompatibile con la dannazione eterna.